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Il Conte di Montecristo

5/6/2022

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Se questa storia fosse una nave sarebbe in grado di attraversare tutti gli oceani, unicamente sospinta da un vento potentissimo che non conosce riposo e che gonfia, notte e giorno, le sue vele.
Questo vento è la vendetta. Edmond Dantes, a bordo del mercantile Pharaon, proveniente da Smirne, Trieste e Napoli, attracca nel porto di Marsiglia.
Il capitano della nave è morto all’altezza di Civitavecchia ma lui ha condotto la nave in porto con il carico in perfetto stato. L’armatore è contento di lui, vuole promuoverlo a capitano. Questo significa che Edmond, nato povero, potrà riscattarsi, migliorare la vita di suo padre e sposare la sua amatissima catalana, Mercedes.
Ma anche Ferdinand Mondego vuole Mercedes, anche Danglars vuole essere capitano e anche Caderousse vorrebbe le fortune che Dantes si è guadagnato. Lo denunciano come spia bonapartista e Gerard de Villefort, il magistrato che deve giudicarlo, pur conoscendo la verità, per ingraziarsi la famiglia filomonarchica dei marchesi di Saint Meran, lo condanna.
Rinchiuso a vita nel castello d’If. Qui conosce l’abate Faria. Il vecchio gli insegna la matematica, l’economia, la filosofia, le lingue straniere e gli rivela che, sull’isola di Montecristo, è nascosto un immenso tesoro. Infine gli fa un ultimo preziosissimo regalo. Morendo gli offre la possibilità, l’unica, di fuggire. Dantes si sostituisce al corpo del vecchio e, scambiato per il cadavere, viene gettato a mare. Dopo 14 anni a Marsiglia appare un uomo misterioso, ricchissimo, raffinato che si fa chiamare “Il conte di Montecristo”. Nessuno se ne dà conto, ma quell’uomo è tornato con un unico scopo: vendicarsi. Prepara con arte la sua vendetta, gli ci vogliono altri 10 anni. In questo tempo assume molte identità, diventa l’abate Busoni, il nobile inglese Lord Wildmore o Sinbad, il marinaio. Gratifica coloro che gli sono stati leali e aspetta il momento giusto per colpire coloro che hanno distrutto i suoi sogni e la sua vita. Mondego, che nel frattempo, era riuscito a sposare Mercedes viene processato per aver tradito il pascià Ali-Tebelen.
Indignati del suo comportamento moglie e figlio lo abbandonano facendolo sprofondare nella disperazione dalla quale uscirà solo suicidandosi. Poi è la volta di Villefort, il magistrato, colui che aveva tutti gli elementi per scagionarlo ma che aveva scelto di non usarli per propria convenienza. I membri della sua famiglia cadranno vittime di una serie di avvelenamenti che lo porteranno alla pazzia non prima che egli scopra la vera identità del conte di Montecristo. Caderousse poi, diventato un criminale avido e senza scrupoli viene ucciso da un suo complice.
Resta solo Danglars, il primo, quello che ha dato l’avvio a tutte le sue sventure. Ora è il banchiere più ricco di Parigi ma Dantes fa in modo che abbia un tracollo finanziario e sia costretto a dissipare tutto quel che ha per sfamarsi.
Quando è solo, povero e senza più nessuna speranza, il conte di Montecristo gli si rivela per quello che è. Danglars si pente e solamente a lui viene concesso perdono, forse perché era sincero, forse perché il terribile vento della vendetta si era acquietato nel cuore di Edmond Dantes.
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