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Bruttiful

10/21/2022

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Si fa il governo, non si fa il governo, sono stati da Mattarella, quanto ci sono stati, le strategie, le correnti sotterranee, le caselle da riempire.
A me la politica italiana mi ingaggia. È come le telenovelas che guardava mia nonna: Dynasty, la schiava Isaura, Topazio.
Ci sono i personaggi sopra le righe: l’avversario pavido, lo zio mangione, il vecchio rincoglionito, la ragazza agguerrita, il bell’avvocato e tutta una serie di personaggi minori scritti male da sceneggiatori sfruttati che stanno facendo uno stage sottopagato.
Ti appassiona.
Ma non è che ti interessa davvero.
Ti sintonizzi sulla telenovela, sì, ma nel frattempo fai altro: ramazzi, chatti, leggi un articolo sull’anal bleaching nel mondo del porno.
Non la segui veramente perché lo sai che, a dispetto di tutto gli insulti e poi i riappacificamenti e gli sgambetti, le alleanze, i tradimenti, in realtà, non sta succedendo niente o, se qualcosa succede, accade così lentamente che tu puoi saltare un sacco di puntate e poi tornare, quando vuoi, ed è ancora tutto lì.
Ti rassicura come una fiction di RaiUno.
Puoi andare in bagno, fare una pisciata anche lunga quasi 30 anni, e tornare sul divano senza esserti perso nulla.

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Il terrore del narcisista

10/18/2022

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In giro, fra coloro che ancora, inspiegabilmente, ambiscono ad una relazione sentimentale, benché oggi, si sa, regni l’individualismo, serpeggia una grande paura.
Incontrare il narcisista patologico.
Ma che significa narcisista? Facciamoci aiutare dalla mitologia. Narcisista viene da Narciso, un giovane cacciatore bellissimo che, inebriato dalla sua stessa bellezza, nel tentativo di specchiarsi sulla superficie di un lago, scivola e annega, babbeo; di conseguenza dicesi narcisista persona babbea dedita al culto esclusivo e sterile di sé o della propria personalità.
Ma quali segni ci consentono di riconoscere un narcisista se ne incontriamo uno?
I narcisisti hanno il culto del corpo, sono terrorizzati dalla pancia o dal culone, vogliono il six pack, le chiappe da twriking, i narcisisti ordinano l’insalatona, sono pronti a grandi sacrifici per il loro aspetto, i narcisisti pensano che invecchiare sia una malattia e la combattono con creme, impacchi, pompe drenanti. I narcisisti si fanno le sopracciglia, si estirpano i peli per dimenticare le teorie darwiniane, essi sbiancano, levigano, smussano, scartavetrano.
Tutto questo sacrificio non è volto alla salute ma all’esposizione di sé. I narcisisti non possono fare a meno di esporsi per ottenere adulazione, con sbalorditiva costanza postano quotidianamente foto sui social in cui mostrano una vita lussureggiante al solo scopo di ottenere approvazione e, nella segreta speranza, di far apparire misera la vita degli altri.
I narcisisti si mostrano simpatici, avventurosi, intelligenti, sferzanti, indignati, spirituali, altruisti.
Ma è un tranello, tutto ciò rappresenta solo uno strumento per rastrellare cuoricini, commenti, direct messages dei quali hanno un bisogno famelico, essenziale per la loro stessa esistenza.
Non importa chi gli dice cosa, i narcisisti, esattamente come il Narciso da cui prendono il nome, intimamente disdegnano chi li lusinga, l’unica cosa che davvero importa loro è la lusinga stessa.
Giunti alla fine di questo identikit, suggerirei a tutti noi di abbandonare il timore di incontrare un narcisista. I narcisisti corrispondono al 100% della popolazione. La nostra società è costruita sul culto esclusivo e sterile di sé. Non potete che incontrare un narcisista o una narcisista perché lo siamo tutti. Magari, unica accortezza, evitiamo specchi d’acqua.

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Elogio del fare schifo

10/17/2022

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T’insegneranno a non splendere. E tu invece splendi.
Quante volte abbiamo letto questa citazione di Pasolini, eh?
A parte che in origine, voleva dire tutt’altra cosa ma, in effetti, l’idea di essere opachi e poi, con una passata di vetril sprituale, splendere come non hai mai splenduto, splendito…spleso.
Sembra una bella idea.
Ma vogliamo rivendicare il sacrosanto diritto a fare schifo ogni tanto?
Ma potrò, quando sono in casa e non mi vede nessuno stravaccarmi sul divano con la maglietta sporca? Ma potrò non essere capace di fare qualcosa senza per questo ricorrere ad un life coach? Ma potrò ogni tanto essere triste senza che qualcuno mi spieghi che se penso male, poi divento male e se divento male poi muoio e la mia vita non ha mai avuto senso?
Potrò non sapere il participio passato di splendere?
Rivendichiamo il diritto di essere mediocri!
Anche perché, se diventiamo tutti speciali, poi essere speciale diventa essere mediocre e siamo da capo.
Lasciamo gli speciali ad essere speciali che devono essere una minoranza sennò speciale non vuole più dire un cazzo di niente e noi mediocri, la stragrande maggioranza, ci lasciamo in pace e ci concediamo il sublime diritto, ogni tanto, di fare schifo.

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Katharine Gun

10/15/2022

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Katharine Teresa Harwood è orgogliosa di lavorare al GCHQ, in inglese sta per Government Communications Headquarters, Quartier generale del governo per le comunicazioni.
Tutti i giorni va nel suo ufficio a Celtenham, si versa una bella tazza di caffè, si lega i capelli, si infila le cuffie e ascolta.
È arrivata lì rispondendo ad un annuncio, cercavano una traduttrice dal mandarino all’inglese. Neanche sapeva che si trattava dell’intelligence.
Ascolta conversazioni e, se c’è qualcosa che non va, lo comunica per proteggere i cittadini del Regno Unito. Per evitare orrori, insomma.
Ha una certa dimestichezza con i popoli che orrori hanno subito, Katharine, suo marito, Yasar Gun è curdo, lei ha insegnato inglese a Hiroshima.
Il 31 gennaio del 2003 legge una mail inviata da Frank Koza della national security agency. All’interno di quella mail c’è la richiesta di partecipare ad un’operazione di spionaggio dell’amministrazione Bush, contro sei paesi del consiglio di sicurezza delle nazioni unite: angola, bulgaria, camerun, cile, guinea e pakistan. L’obiettivo è raccogliere informazioni per poterli ricattare affinché votino a favore dell’invasione dell’Iraq.
Katherine non ci dorme, si tormenta, passa giorni infernali. Alla fine decide di far trapelare quella mail.
L’Observer la pubblica.
La Gran Bretagna, insieme agli Stati Uniti stanno muovendosi per una guerra illegale a Saddam Hussein.
È lei stessa a confessare di aver stampato e portato il documento fuori dall’edificio. Dopo una notte in custodia, passa quasi un anno prima che si decida se istruire il processo ed infine nel novembre di quello stesso anno viene incriminata ma l’udienza dura meno di 30 minuti perché la procura della Corona, ritira le accuse.
L’improvviso dietro front è dovuto alla linea di difesa scelta da Katherine che, dichiarandosi innocente, giustificando la propria condotta con il principio di necessità, costringerebbe l’accusa a fornire i documenti che dimostrerebbero che la guerra in Iraq è stata una guerra illegale e porrebbe il Regno Unito e, di conseguenza, gli Stati Uniti, nella scomoda condizione di essere accusati di crimini di guerra.
Dopo un anno infernale, fatto di intimidazioni, di un tentativo di espulsione del marito, di diffamazioni e pressioni, il procedimento a carico di Katherine sfuma, come se non fosse mai esistito, e ironicamente, seppur giustamente, nel 2004 le viene anche consegnato il Premio Sam Adams, un riconoscimento consegnato ai membri dell’Intelligence che si sono distinti per integrità ed etica.
Nel frattempo la guerra in Iraq si è fatta, le armi di distruzione di massa non esistevano come non esistono più, si stima, da 151.000 a un milione di iracheni uccisi dalla guerra, insieme a 4600 morti inglesi e americani.
Il numero dei feriti è incalcolabile. 
Vuoi LEGGERE/ASCOLTARE un'altra storia misteriosa? CLICCA QUI!

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Vegetarian ribs

10/11/2022

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Vegetariani!
Io non ce l’ho con voi, anzi.
Prima o poi dovremmo diventare tutti vegetariani se vogliamo conservare ‘sto vezzo di vivere qui. Sulla terra, intendo.
Quindi non solo non ce l’ho con voi, dico che avete ragione, e che dovrei convertirmi anch’io, solo che per adesso mi tira più un profumo di 40 buoi sul barbecue, no, un filo di buoi, un pelo di barbecue…vabbè, ci siamo capiti.
Ma prima o poi cambierò.
Solo su una cosa vi critico. Smettete di chiamare con nomi da barbecue trucchi vegetariani.
Non funziona e crea illusioni. È appropriazione culturale, forse?
Non chiamate il vostro pasticcio di sedano rapa con infilate radici che sembrano ossa: costolette vegetariane.
È cattiveria.
Non vi mettete sullo stesso piano di quelli che vogliono fare i dolci dietetici e li fanno senza zucchero, senza mascarpone, senza miele, senza uova, senza prendo solo un caffè, grazie.
Abbiate il coraggio della vostra diversità, siete dalla parte giusta della storia.

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Il rumore passivo

10/7/2022

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Una volta c’era il fumo passivo.
Tu andavi in un bar, al ristorante, al cinema e, pure se non fumavi, altri fumatori ti costringevano ad inalare i loro miasmi nicotinici e catramosi.
A me piaceva. Dal punto di vista scenografico, proprio. Mi piaceva la nebbia di certi locali ma alla fine è giusto, mica puoi imporre agli altri le tue cattive abitudini.
Ora, se siamo tutti d’accordo su questo punto: quando qualcuno prenderà in mano l’annosa questione del rumore passivo?
Quando qualcuno lancerà una petizione che promuova l’uso degli auricolari e degli airpods sui treni? Perché li usate come orecchini di bigiotteria gli airpods?
Perché le mie orecchie devono essere esposte passivamente alla ricetta delle zucchine alla soia in arabo? Non le mangerei comunque, in nessuna lingua.
Perché devo forzosamente fruire delle rime trap, manco di un vero trapper, ma di tuo cugino che rutta sul flow che non so manco che cazzo è?!
Devo farti la guerra? Vuoi che metta a palla Nilla Pizzi per rappresaglia?
Perché se entro al supermercato mi devi costringere alla musica ambient fusion che conta più allergici del glutine?
Mettiamoci la cotta e facciamo ‘sta crociata!
Perché se il fumo passivo sminchiava polmoni innocenti, anche le mie orecchie non hanno fatto niente, vostro onore.

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Masih Alinejad

10/5/2022

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Oggi vi racconto una storia che inizia e finisce con i capelli.
Tempo fa avevo letto un articolo su una donna coraggiosa con una bellissima chioma di capelli ricci che, forse, avevo pensato, ha scelto di portare così lunghi e fluenti come atto di liberazione e di protesta.
Mi ero anche chiesto come mai di una donna del genere si parli così poco.
In due parole: non so se quella chioma di capelli ricci ce l’avesse già da bambina, Masih Alinejad, ma so che era piccola quando Reza Pahalavi, scià di Persia, fu deposto per instaurare il regime dell’Ayatollah Khomeyni.
La prima volta l’hanno arrestata a 18 anni, per volantinaggio contro il governo, all’inizio degli anni 2000 diventa giornalista parlamentare, solo che poi scrive un articolo nel 2005 in cui parla di corruzione di alcuni ministri del governo ed il pass per entrare a palazzo glielo stracciano.
Le cose si mettono male fra il 2008 e il 2009 quando paragona i seguaci dell'ex presidente Ahmadinejad a delfini che, con le fauci aperte, attendono che l’addestratore gli dia da mangiare.
Cambia aria, va in America e poi nel Regno Unito, si laurea e inizia a raccontare la condizione delle donne nel suo paese e la situazione politica in generale in Iran.
Fra lei e il governo iraniano ormai è guerra aperta.
Come tutti i vigliacchi, non potendo sfogarsi su di lei, si sfogano per rappresaglia su amici e parenti: nel 2019 arrestano, fra gli altri, suo fratello, minacciano altri parenti di licenziamento se non la faranno tornare a farsi massacrare in patria e ordinano al padre di andare in TV per diffamarla. Lui si rifiuta e si fa 8 anni di carcere.
Nel frattempo ovviamente la stampa di regime inizia a riempirla di merda, accusandola di tossicodipendenza, dandole della puttana, un grande classico, imputandole pure la colpa di uno stupro mai avvenuto nella metropolitana di Londra. Come se poi subire uno strupro fosse una colpa, ma vabbè.
Addirittura arrivano a dire che Masih Alinejad sarebbe un’agente segreto alle dipendenze dirette della regina, visto che, raccontano in TV e sui giornali, in occidente se sei un giornalista lavori automaticamente anche per lo spionaggio.
Visto che tutto questo scarico di liquami evidentemente non basta salta anche fuori che nel 2021 è stato sventato un piano per rapirla a New York e riportarla a Teheran.
Non avevo più pensato a questa donna fino a quando non ho visto su internet una ragazza mora con due occhi enormi cantare “bella ciao” per Masha Amini, cantare in un modo così struggente che, persino io che non sono proprio facile a questo tipo di sentimenti, mi sono sentito orgoglioso che un canto del mio paese sia diventato il canto degli oppressi.
Solo non riuscivo ancora a mettere a fuoco, a richiamare alla memoria, quell’articolo e Masih Alinejad non mi tornavano in mente.
Poi qualcuno ha detto in TV che Masha Amini è stata arrestata dalla polizia religiosa perché una ciocca di capelli le era uscita dall’Hijab e poi hanno mostrato il video potentissimo di Hadis Najafi che con un gesto naturalissimo si fa una coda ed invece quella coda diventa una specie di gesto eroico, di battaglia, da condottiera, da martire purtroppo, come martire è stata anche Masha per via della sua ciocca ribelle.
E allora, come se un filo sottile come un capello, portasse da una chioma all’altra, mi è tornata in mente la capigliatura riccia di Masih Alinejad e ho scoperto che oggi, la gran parte di quello che sappiamo delle proteste in Iran è per merito suo.
In Iran la rete è controllata dallo staff generale delle Forze Armate della Repubblica Islamica, migliaia di siti sono bloccati, le VPN che funzionano sono solo quelle approvate dall’autorità, solo il torrenting non è completamente bloccato. Grazie a quello le immagini passano e Masih Alinejad le diffonde attraverso i suoi social e tutti i canali che ha disposizione.
E ancora oggi, quando ho finito di sbrogliare questa matassa di fili sottili come capelli scossi dal vento della ribellione, mi sono trovato a meravigliarmi del fatto di come si parli così poco di Masih Alinejad, così, per quel poco che vale, l’ho fatto io.
Ti va di LEGGERE/ASCOLTARE la storia di un'altra donna coraggiosa? CLICCA QUI!

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Day Routine

10/5/2022

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Vuoi essere felice?
Il web risolve.
Alzarsi prestissimo, tipo alle 5.
Salta sul tappeto elastico per far felice anche i tuoi vicini di sotto.
Poi spremiti un limone dentro un bicchiere d’acqua tiepida e bevitelo.
Poi scrivi 8 poesie, Poi fai il saluto al sole, corri 10 chilometri, fai stretching, fatti una doccia gelata in inverno, bollente in estate. Dopo che ti sarai congelato o ustionato sarai pronto per la giornata lavorativa.
Sono solo le 8.
Dividi la giornata in 4 quadranti, ogni 2 ore alzati, fai una piroetta sulla piastrelle pari, allinea le penne e torna a sederti.
Se ti demoralizzi un attimo, ripeti l’antico mantra tibetano: Solo gli stronzi di capra tibetana si arrendono.
Prima di pranzo e prima di cena fa una capriola che stimola il metabolismo e ingerisci solo alimenti naturali tipo muschio, staccionate, pietrisco, la domenica puoi sgarrare e mangiare il gaspacho.
Prima di andare a letto guardati allo specchio e domandati: che adulto voleva diventare il bambino che sono stato.
Non uno con una giornata così, risponditi.
Addormentati fra lacrime e singhiozzi e ricomincia.

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