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Craig e il polpo

4/15/2021

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Esistono forme di vita, incontri, modi di comunicare, mondi da abitare che non riusciamo neppure ad immaginare.
A Western cape, Sudafrica, c’è un signore che si chiama Craig Foster, ha passato tutta la vita a fare il reporter e adesso è tornato dove passava le estati da bambino, in quel cottage di legno talmente vicino al mare che, nelle giornate di burrasca, l’acqua allaga il pavimento.
Ma lui c’è abituato alle tempeste, western cape è chiamato anche “capo delle tempeste”, non è che ti puoi stupire se ti ritrovi l’atlantico in salotto.
È tornato lì dopo un lavoro nel Kalahari centrale. Ha seguito per un periodo i migliori cacciatori del mondo. Erano in grado di scovare segni, orme, segnali, dove Craig non vedeva assolutamente niente. Erano una cosa sola con la natura. Craig invece si sentiva un corpo estraneo e questo ha iniziato a farlo star male.
Torna in quel cottage sotto il livello del mare e decide di iniziare ad immergersi.
Non è facile da quelle parti.
I fondali sono pieni di foreste di kelp, le onde spesso sono violente e le scogliere aguzze, la temperatura dell’acqua, per di più, è di circa 8-9 gradi, quando ti immergi ti toglie il fiato.
Ci vogliono 10-15 minuti prima che il corpo si rilassi.
Ma poi è bello: ti sembra di volare sopra una foresta.
Tra l’altro lui sceglie di non mettersi la muta, per quella sua fissa di “far parte”.
Non vuole mettere barriere, solo lui e quel che incontrerà.
Un giorno, alla sinistra del suo campo visivo, sfreccia qualcosa di insolito. Lo segue. Sembra un mucchio di conchiglie ma in realtà è un polpo, un polpo femmina per essere precisi, che si nasconde sotto un mucchio di conchiglie attaccate alle sue ventose.
Si scrutano, lei si spaventa, si avvolge in un’alga, lo fissa, poi sparisce.
Difficile da descrivere, d’altronde è anche difficile da immaginare ma, come abbiamo detto, questa è una storia diversa, perché esistono forme di vita, incontri, modi di comunicare, mondi da abitare che non riusciamo neppure ad immaginare.
Craig sente un legame con quella creatura lì, gli è simpatica, diciamo, in fondo non è quello che accade con le persone? Alcune ci risultano simpatiche, altre antipatiche, a pelle, come si dice, verso alcune sentiamo un trasporto anche se non le conosciamo. A pelle. Succede. E a Craig succede con un polpo.
E allora gli salta in testa in un’idea davvero balzana. Immergersi ogni giorno per vedere cosa succede.
Inizia ad andare davanti alla tana di questa bestiolina, si guardano, a lungo.
Lei si ancora con tutti i tentacoli all’interno della piccola caverna, in caso di pericolo potrebbe rientrare rapidissimamente.
Passano diversi giorni, poi avviene qualcosa di speciale.
Lei tira fuori un tentacolo e Craig porge un dito. Lei inizia ad incollare le sue ventose al dito, lo avvolge, lo tasta…
Ma Craig, dopo un po’, deve tornare in superficie a respirare.
Ritorna il giorno dopo e per altri giorni, finché la fiducia cresce e il polpo esce dalla tana, Craig retrocede, nuotano assieme ma a Craig cade una lente della telecamera.
Quello scintillio improvviso terrorizza l’animale che sparisce a gran velocità.
Per oltre una settimana, lui non la trova più, ha cambiato tana…difficile trovare un animale che ha passato milioni di anni a capire come non farsi vedere.
Ma si vede che, ad un certo punto, decide di farsi ritrovare ed eccola lì, alza un tentacolo, sembra che saluti un vecchio amico…si avvicina, addirittura si posa sul dorso sulla sua mano…Craig è costretto a tornare in superficie, ma lei non si stacca, lo accompagna, si fida completamente ora, nuotano insieme, lei si appoggia sul suo corpo senza timore.
Due terzi del suo corpo costituiscono la sua coscienza, letteralmente sente, pensa e agisce con circa 2000 ventose, completamente indipendenti una dall’altra, 2000 dita…
 Craig un giorno vede la sua amica attaccata da un piccolo squalo, non può fare nulla, solo osservare come, nonostante lei si nasconda sul fondo di un anfratto, lo squalo riesca a reciderle un tentacolo e ad andarsene via.
Nei giorni successivi Craig torna a vedere come sta…ha perso il suo colore cangiante, è bianca, soffre, non può procacciarsi il cibo, resta immobile sul fondo di un anfratto…
Pian piano però il tentacolo ricresce, riprende vigore, supera il momento, dopo 100 giorni è come nuovo, possono ancora nuotare insieme.
La storia deve finire ora e non può che finire in modo poetico come poetico è questo rapporto anfibio e fiabesco.
Craig si immerge e vede che accanto a lei c’è un polpo molto più grande. Sono rilassati. Si stanno accoppiando.
Craig da una parte è estasiato, dall’altra triste perché nel frattempo, nelle sue ore fuori dall’acqua, si è messo a studiare la vita dei polpi e sa cosa accadrà.
Lei si raccoglie sul fondo della tana, perde peso, colore, energia perché tutta quella che ha le serve per tenere al caldo le uova, farle crescere.
Quando si dischiuderanno, lei morirà.
Ed è così che avviene.
Quando le uova si schiudono, lei si trascina fuori dalla tana, è viva a stento, si adagia sul fondo.
Piccoli animali si nutrono di pezzi del suo corpo, è una scena straziante ma naturale.
Il giorno successivo passa uno squalo e la trascina lontano senza che lei opponga nessuna resistenza.
Aveva fatto quello che la sua natura prevede: dare la vita affinché ci fosse ancora vita, quella più grande, quella della specie, quella dell’universo intero forse perché Esistono forme di vita, incontri, modi di comunicare, mondi da abitare che non riusciamo neppure ad immaginare.
Un'altra storia di mare? Te ne propongo una molto meno rassicurante! LEGGILA/ASCOLTALA QUI!

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