La bambola che scriveva lettere a Franz Kafka

Stasera vi racconto del viaggio intorno al mondo di una bambola. Aneddoto vero, molto poetico, secondo me, di uno dei piu’ grandi scrittori del 900 che però, povero, finché era in vita proprio non se l’è cacato nessuno…
Franz kafka sta passeggiando in un parco di Berlino, sono probabilmente i primi giorni di febbraio del 1924, ad un certo punto la sua passeggiata è interrotta dal pianto di una bambina. È disperata, singhiozza, sembra inconsolabile. Franz si ferma e le chiede la ragione delle sue lacrime e la bambina gli dice che ha perso la sua bambola, a quel punto Kafka replica: “No, no! La tua bambola non si è persa, è partita, è partita per un viaggio, io lo so perché me lo ha scritto.” La bambina piange un po’ di meno ma lo guarda non troppo convinta. “Non ci credi?” le chiede Kafka, “se domani torni qui ti porto la lettera che mi ha scritto e ti dimostro che ti sto dicendo la verità” e così accade. Il giorno dopo la bambina è di nuovo lì e ha scritto una lettera apposta per lei, in cui la sua bambola comunica che sta partendo.
A me ragazzi, sembra già così abbastanza poetica ma non finisce qui.
Da quel giorno per settimane scriverà una lettera al giorno per quella bambina, le descriverà i posti magnifici che la bambola ha visitato, altre bambole e bambini che ha incontrato, meraviglie dai 4 angoli del mondo e alla fine ci sarà un ultima lettera in cui la bambola racconterà alla bambina che ha incontrato un bambolotto, suppongo, ha deciso di sposarlo e per questo non può tornare ma le dice che i momenti che ha passato con lei con la bambina sono fra i più belli della sua vita e che non la dimenticherà mai.
Se pensi che questa storia avviene nel ’24 e se pensi a quello che succederà in Europa da lì a poco, per altro, soprattutto alle persone come Kafka che era un ebreo boemo, questa è davvero un ultimo sussulto di dolcezza che, visto così, è ancora più dolce, più struggente.
Vi appassionano gli aneddoti dei grandi scrittori? Forse allora questo vi può piacere!