La dissenteria elettorale

Le elezioni si avvicinano e, non so voi, ma a me urge uscire a comprare l’imodium.
Uno penserebbe che a sconvolgermi la flora intestinale sia il solito circo della campagna elettorale.
Macchè, quello non favorisce la dissenteria, quello asciuga.
È un luogo cosí arido di argomenti che al confronto il deserto del Gobi dopo una pioggia di Napalm sembra lussureggiante come Maui.
Non è per i partiti inadeguati, corrotti, cialtroni che mi infiammo, macché. Questa classe politica è un virus a cui sono abituato. Ho prima, seconda, terza dose, booster, speeder, sono vaccinato, non mi fanno più paura, so tutto a memoria, gli argomenti sono sempre quelli: un milione di posti di lavoro prima, un milione di alberi adesso, gli sbarchi prima, gli sbarchi adesso, votate noi che gli altri son fascisti prima, votate noi che gli altri son fascisti adesso. Tutto uguale. Glieli potrei scrivere io i programmi.
Ma perché continuano a parlarci come se fossimo dodicenni un po’ imbecilli?
Intorno al 2000 circa il 50% degli italiani aveva difficoltà a comprendere un semplice testo letto o ascoltato.
Nel 2011 pare che circa il 70% degli italiani avessero difficoltà a comprendere un semplice testo letto o ascoltato.
Oggi salta fuori che circa il 73% degli italiani abbiano difficoltà a comprendere un semplice testo letto o ascoltato.
Ci parlano come se fossimo dei dodicenni imbecilli perché siamo dei dodicenni imbecilli.
È questo che mi fa correre in bagno. Noi siamo la variante che non perdona. Gli elettori. Siamo peggio delle prugne.
Proposte?
Che facciamo? Diamo la tessera elettorale solo a chi supera un semplice test invalsi nel comune di residenza?
A chi supera il test gli diamo 4 tessere elettorali così vota 4 volte?
A chi non supera il test gli diamo l’indirizzo sbagliato del seggio? La data sbagliata? La matita copiativa che non scrive? Un biglietto gratis per una visita al Cremlino, così versiamo zucchero nel serbatoio della macchina bellica putiniana?
Abbiamo quelli, perché siamo questo.
Aiutateci!