SIMONEREPETTO.COM
  • Home
  • Chi sono
  • Blog
  • PODCAST
  • EVENTI
  • Collab
  • Contact

Nulla è reale finché non sanguina: Manolete

2/3/2021

0 Comments

 
Picture

Secondo I greci esiste uno spiritello che si chiama Daimon. È la tua natura. Se lo contrasti soffri, se lo segui sei felice.
Nel caso di Manuel Rodriguez Sanchez il proprio daimon lo ha protetto fino a quando non è stato in grado di guardare in faccia il proprio destino.
Era un bambino timido e mammone e non è facile se nasci a Cordoba, se sei un andaluso devi essere coraggioso ma lui faceva strani sogni: c’erano delle ombre nere, infuriate e spaventose che correvano verso di lui e allora il piccolo Manuel si svegliava terrorizzato e si nascondeva dietro la gonna rossa della mamma.
Ma presto capisce che, per quanto abbia paura, la sua strada è segnata. Deve affrontare quelle ombre che lo porteranno prima alle stelle e poi nella polvere.
Le stelle sono quelle della celebrità: Manuel Rodriguez Sanchez, detto Manolete, diventa in breve tempo il più grande torero che il mondo abbia mai visto.
Elegante, serio, il pubblico non lo adora, lo venera.
Si racconta che, quando si spostava in macchina da Siviglia a Madrid, lungo tutta la strada, ci fossero due ali di folla, lì, solo per fare un saluto al maestro della suerte de matar.
Ma essere venerati è pericoloso, lo sapevano tutti i toreri, quando scendi nell’arena, la bestia più grossa è il pubblico, e quanto più ti ammira, tanto più si aspetta da te e tu glieli devi dare, altrimenti la storia d’amore finisce.
E Manolo lo sa che la storia d’amore fra lui e il pubblico delle corride è una storia d’amore esaltante e maledetta…come quella con Lupe, al secolo Antonia Bronchalo Lopesino che viene dalla Mancha e non è una donna per tutti.
Lo staff di Manolete la chiama la serpiente o la buscona, l’arraffatrice, perché le sue unghie rosse si aggrappano al cuore di Manolete e lo fanno sanguinare in continuazione.
Perché la Spagna è un po’ così: niente è reale finché non sanguina: santi, tori e cuori.
Tutta la Spagna ammira Manolete: a Siviglia, Alicante, Bilbao, Barcellona, Madrid e poi in Sudamerica: Messico, Perù, Venezuela, Colombia, quando Manolete alza il braccio, fa volteggiare la cappa, mostra le banderillas, il pubblico urla: “Olè!”
Sventola i fazzoletti bianchi, si ammutolisce e il torero pensa che la cappa assomiglia cosí tanto alla gonna della madre.
Fino all’ultima esibizione: il programma della piccola plaza de toros di Linares prevede: il Gitanillo de Triana, il giovane Dominguin e il grande Manolete.
“Io sono il futuro”, dice quello spavaldo di Dominguin, “Manolete è il passato” ma Manolete vuole dimostrare che non è così. La sua è una grande esibizione, rischia tanto, rischia troppo.
Le immagini del 1947 ci sono ma sono sgranate, quindi, io, com’è andata, ho sempre preferito immaginarmelo.
Ho immaginato uno sguardo fra Manolete e il toro, che si chiamava Islero. All’improvviso quelle ombre che sognava da bambino prendono forma e sono quel toro.
Mi piace pensare che lo abbia accettato. Le stesse ombre che lo avevano portato alle stelle ora lo scaraventavano nella abbacinante polvere della arena di Linares.
Manuel Rodriguez Sanchez viene incornato e muore poche ore dopo all’ospedale, appena in tempo perché Lupe, che accorre da Madrid, lo veda, in una morte perfetta di quelle dei grandi eroi del passato.

0 Comments



Leave a Reply.

    Archivio

    November 2022
    October 2022
    September 2022
    August 2022
    July 2022
    June 2022
    May 2022
    March 2022
    February 2022
    January 2022
    December 2021
    November 2021
    October 2021
    September 2021
    August 2021
    July 2021
    June 2021
    May 2021
    April 2021
    March 2021
    February 2021
    January 2021

    Categorie

    All
    L'arca Di Bidè
    L'arca Di Bidè
    Storie Notturne Per Persone Libere

    RSS Feed

Powered by Create your own unique website with customizable templates.
  • Home
  • Chi sono
  • Blog
  • PODCAST
  • EVENTI
  • Collab
  • Contact