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Non c’è molta gente sulle sponde del canale di Amsterdam in quella mattina del 1640. È insolito, normalmente le persone brulicano lì, si commercia: grano dalla Polonia, gioielli dalla Turchia, aringhe dal Baltico, zucchero dal Brasile ma anche tabacco, smeraldi, cocciniglia, indaco… Nel quartiere ebraico le persone stanno per uscire dalla sinagoga, ha appena avuto luogo la punizione di Uriel da Costa, 39 frustate per essere riammesso nella comunità. Ora è sdraiato sulla porta del tempio, nudo dalla cintola in su, tutti dovranno calpestarlo prima di uscire. Alcuni lo fanno senza infierire, altri calcano sulle ferite. Pochi giorni dopo Uriel Da Costa si toglierà la vita. Sopra di lui, con passo incerto e un timore mal celato è passato un bambino. Quell’episodio segnerà profondamente il suo pensiero, un pensiero ritenuto così pericoloso che, 16 anni più tardi, si troverà lui stesso di fronte al rabbino ad ascoltare il suo herem, parole di una violenza inaudita, che lo separano, questo significa “herem”, dal consesso civile. “Con l’aiuto del guidizio dei Santi e degli Angeli, escludiamo, cacciamo, malediciamo ed esecriamo Baruch Spinoza con il consenso di tutta la Santa Comunità, alla presenza dei Santi Libri e dei 613 precetti che vi si trovano racchiusi. Che egli sia maledetto di giorno e maledetto di notte, maledetto quando si sdraia e maledetto quando si alza, maledetto quando esce e maledetto quando rientra. Nessuno comunichi con lui, neppure per iscritto, né gli accordi alcun favore, né stia con lui sotto lo stesso tetto, né gli si avvicini più di quattro cubiti, né legga alcun trattato composto o scritto da lui.” Ascoltare queste parole, conoscere questi riti e consuetudini ci porta ad un tempo che ci pare barbaro e lontano ma non è affatto così: questo herem, questa sorta di scomunica che vi ho appena letto, è stata rinnovata pochi giorni fa. No, non state ascoltando un podcast del 1700 o del 1800, è tutt’ora in vigore, tanto che il 30 novembre scorso, il rabbino Joseph Serfaty, capo spirituale della comunità sefardita di Amsterdam, ha negato al professore Yitzhak Melamed, che stava realizzando un documentario sul filosofo, il permesso di accedere alla sinagoga e alla biblioteca della comunità, in quanto “persona non grata”. Insomma, Baruch Spinoza è a tutt’oggi respinto e rifiutato dalla sua comunità, 344 anni dopo la sua morte. Cos’è che, del pensiero di quest’uomo, spaventava così tanto e, ancora oggi, a più di tre secoli di distanza, fa ancora così paura?
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Dicembre 2022
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