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Frankenstein

5/12/2021

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Il 1816 fu un anno senza estate e quando l’estate non c’è nascono i mostri.
La sorellastra di Mary Shelley, Claire Clairmont, invita lei e suo marito Percy Bysshe Shelley, a Ginevra, a casa del suo amante, Lord Byron.
Qui, mentre fuori continua a piovere, le due coppie si sfidano a scrivere una storia che faccia davvero paura.
Mary è rimasta molto impressionata dalle teorie sul galvanismo, sull’idea che si possa restituire vita ad un corpo morto ed inventa quindi Victor Frankenstein, uno scienziato dedito alle scienze naturali che, ossessionato dalle sue idee, dai libri di Paracelso, Cornelio Agrippa, Alberto Magno, si iscrive all’università di Ingolstadt, in Germania, e passa le notti nei cimiteri perché ha un’idea folle: costruire un essere umano pezzo per pezzo e poi dargli vita.
Victor ci riesce.
Solo che la sua creatura è disgustosa, brutta, enorme, sgraziata.
Decide quindi di abbandonarla al suo destino.
Ma il suo mostro, il suo demone, come lui lo chiamerà, non è cattivo. Anzi. Perso per il mondo, si rifugia in una baracca di fronte alla casa di un vecchio, che si chiama DeLacey.
Il mostro osserva la famiglia, una famiglia di contadini, li aiuta, di notte, in segreto, spala la neve davanti a casa, raccoglie la legna d’inverno e ortaggi nei periodi di magra.
Ma quando decide di rivelarsi viene scacciato violentemente perché è orribile e li disgusta.
Ritrova quindi il suo creatore e gli chiede di fabbricare per lui una donna, una compagnia, non vuole stare solo e nessun essere umano lo vorrà, così com’è. Victor deve creare un suo simile.
Lo rassicura. Se gli darà una donna, spariranno entrambi, nelle lontanissime terre dell’america del sud e non faranno più male nessuno, non faranno più ribrezzo a nessuno.
Victor mette insieme la donna per lui ma poi ha un ripensamento. Non vuole mettere al mondo un altro mostro.
Ed è qui che il demone perde il controllo e inizia a lasciare dietro di sé una scia di delitti e fra le vittime c’è anche Elizabeth, l’unica donna che Victor abbia mai veramente amato, la donna che stava per sposare.
Victor decide quindi di vendicarsi del mostro, inseguendolo dalla Svizzera al Mediterraneo, dalle steppe russe fino al Polo Nord dove incontra l'equipaggio del capitano Robert Walton.
Ed è proprio fra i ghiacci, in quell’estate senza sole, che inizia e termina il capolavoro di Mary Shelley.
Victor Frankenstein muore poco dopo aver incontrato la nave del capitano Walton e la sua creatura arriva a piangerlo.
Il capitano lo accusa di tutte le persone innocenti che ha lasciato sul suo cammino e il mostro, prima di darsi fuoco, affinché nessuno potesse ricreare un mostro come lui, gli risponde che la sua rabbia deriva dal disprezzo che tutti hanno sempre provato per lui, persino suo padre, il suo creatore.
C’è tutto il freddo di quell’estate del 1816 in “Frankenstein o il moderno Prometeo”, c’è tutto il dolore dell’abbandono, del rifiuto, del disprezzo che Mary Wollstonecraft Godwin, il vero nome di Mary Shelley, ha sentito addosso molte volte nella sua vita, la morte della madre, l’allontanamento che ha subito dal padre, la pena straziante del figlio perduto e il desiderio di capire da dove e come sgorga la vita per poterla restituire alle cose morte.
Ti piacciono le "favole" gotiche? Forse potrebbe piacerti LEGGERE/ASCOLTARE anche QUESTA!

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