SIMONEREPETTO.COM
  • Home
  • Chi sono
  • Blog
  • PODCAST
  • EVENTI
  • Collab
  • Contact

Il signor Cento ®

11/29/2021

0 Comments

 
Foto

Il signor Vittorio Cento, era nato il primo giorno dell’anno, all’una del mattino, a Cento in provincia di Ferrara, e questa cosa l’aveva sempre vista come un segno.
Se poi ci mettete anche lo spirito agonistico insito nel suo nome di battesimo, ne scaturì una miscela esplosiva.
Nella vita, si era ripromesso, tutto avrebbe dovuto fare rima con quel bel numero che, più di ogni altra cosa, costituiva la sua identità.
Avrebbe avuto 100 donne, avrebbe visitato almeno 100 città d’arte, avrebbe corso i 100 metri, guidato ai 100 all’ora e sarebbe arrivato ai 100 anni di età.
Ai cento all’ora aveva sempre guidato, prova ne erano le molte multe accumulate per eccesso di velocità in centro abitato, le città d’arte pure le aveva visitate, perché, spendendo anche somme non trascurabili, dall’età di 20 anni, ogni weekend lo dedicava al turismo. Anche per quanto riguarda lo sport non si poteva contraddirlo, era iscritto alla locale associazione di atletica leggera e, nonostante avesse i piedi piatti, si era fissato di fare il velocista e nessuno era stato capace di smuoverlo, né di fargli almeno tentare qualche altra disciplina.
Il giorno del suo cinquantesimo compleanno, al giro di boa quindi, entrò trionfalmente al bar annunciando che anche quota 100 donne era raggiunta. Al bar nessuno gli credette, lo prendevano per il culo con delle battute grasse e volgari ma lui sosteneva di conservare in cassaforte tutte le prove: telefonate, foto, mutandine, gocce di profumo ma, siccome era un gentleman, non le avrebbe mostrate.
Quell’anno, all’arrivo del carnevale, a Cento fecero un carro solo per lui, “il centenario” si chiamava, e rappresentava tutti i suoi record, era fatto da cento bracci di cartapesta che si muovevano come una piovra e, sulla sommità di un pennone alto 100 metri, c’era lui che tirava centinaia di coriandoli sulla folla festante.
Ora, di tutte le promesse, non restava che l’ultima: rimanere vivo fino al compimento del suo 100esimo anno di età.
Quell’inverno la neve veniva giù come se la stessero sparando con un cannone per innevare le piste, la città sembrava una cartolina, un’immensa tela che prendeva ora i colori dei lampioni, ora quelli dei fari posteriori delle auto, ora quelli scintillanti ed intermittenti delle moltissime luminarie che un sindaco innamorato del Natale aveva distribuito anche nei vicoli più dimenticati, nei pozzi, nei tombini, nelle finestre cieche.
In uno dei quei vicoli ci stava la casa di Vittorio Cento, 99 anni, 11 mesi e 30 giorni, che, ancora lucidissimo, come avevano detto a Natale e ripetuto a Santo Stefano quelle teste di cazzo dei suoi nipoti, se ne stava su una scricchiolante sedia a dondolo a contare le ore che lo separavano dal suo compleanno.
Aveva un solo timore: i botti di capodanno! Quel teatro di guerra festosa che andava in scena ogni anno lo aveva sempre spaventato, figurati adesso che aveva in curriculum 3 infarti e quattro bypass. Si era perciò attrezzato con 12 pannelli fonoassorbenti che, fra lo stupore generale, aveva incollato alle finestre e con un paio di enormi cuffie che non lasciavano passare neppure il suono della banda al gran completo, come aveva avuto modo di verificare alla processione dell’immacolata meno di un mese prima.
Così bardato, si era messo di fronte allo show di RaiUno dell’ultimo dell’anno, determinato a scavallare la mezzanotte, arrivare allo scoccare dell’una, tagliare il traguardo del secolo di vita e consegnare così al creatore la sua vita perfetta, completa di tutti gli obiettivi che si era prefissato.
Le cuffie e i pannelli funzionarono alla grande, all’ingresso del nuovo anno sentì solo qualche tonfo sordo e lontano, dovevano essere i ragazzini che lanciavano i raudi nel vicolo, niente di più, sorrise, gli occhi sempre fissi sulla tv con il presentatore e una ragazza più nuda che vestita, con quel freddo, che estraevano i numeri della lotteria di capodanno.
Cazzo, i suoi numeri! Quelli del suo biglietto.
Un moto di gioia lo travolse mandando a puttane atri e ventricoli e facendolo comparire davanti a San Pietro, un minuto prima del suo compleanno.
“Lei è un uomo fortunato”, gli disse San Pietro, “la sua vita è stata bellissima e, proprio quando rischiava di rovinarsi, si è compiuta con la benedizione dell’imperfezione”.
Benvenuto sig. Cento.
Ti va di LEGGERE/ASCOLTARE un'altra storia originale? CLICCA QUI!

0 Comments



Leave a Reply.

    Archivio

    November 2022
    October 2022
    September 2022
    August 2022
    July 2022
    June 2022
    May 2022
    March 2022
    February 2022
    January 2022
    December 2021
    November 2021
    October 2021
    September 2021
    August 2021
    July 2021
    June 2021
    May 2021
    April 2021
    March 2021
    February 2021
    January 2021

    Categorie

    All
    L'arca Di Bidè
    L'arca Di Bidè
    Storie Notturne Per Persone Libere

    RSS Feed

Powered by Create your own unique website with customizable templates.
  • Home
  • Chi sono
  • Blog
  • PODCAST
  • EVENTI
  • Collab
  • Contact