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La profezia di Poe

11/4/2022

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Halloween ce lo siamo appena lasciati alle spalle ma una storia dell’orrore era doverosa.
E credetemi, ne ho trovata una veramente ma veramente spaventosa.
È noto a tutti che uno dei più grandi scrittori dell’orrore è stato l’americano Edgar Allan Poe, uno che, se leggi i suoi racconti, inizi pian piano a sudare e ti aumenta il battito cardiaco senza che nemmeno tu te ne accorga.
Quello che vi racconto oggi però non è il suo talento letterario, è una inquietante capacità profetica.
Nel 1838 esce “Storia di Arthur Gordon Pym”, una delle sue opere. Si tratta di una storia di mare, in parte ambientata su una barca con quattro persone a bordo.
Questa imbarcazione perde le coordinate e si trova in mezzo al mare, ha perso contatto con la costa e le scorte di cibo iniziano a scarseggiare.
I giorni passano e i protagonisti sono sempre più disperati, fino a quando arrivano al punto di decidere che uno di loro deve sacrificarsi per salvare gli altri.
Tirano a sorte e la pagliuzza più corta capita in mano ad un certo Richard Parker che letteralmente offrirà le sue carni affinché gli altri possano sopravvivere.
La trama è inquietante ma, in fondo, diremmo, si tratta di un romanzo. È fiction, non è successo davvero. È quello che si dice ai bambini spaventati prima di farli addormentare, no?
Nel 1884, a quasi 50 anni dall’uscita del libro e quando Poe è morto ormai da 35 anni, uno yacht, il Mignonette, lascia le coste inglesi diretto in Australia. A bordo ci sono 4 persone.
L’imbarcazione è troppo piccola per una traversata del genere e anche non particolarmente equipaggiata e, per di più, sfortuna vuole, che tra Sant’Elena e Tristan da Cunha, viene sorpresa da una tempesta che la sbatte di qua e di là, le onde sono alte come palazzi, la chiglia si rovescia ed in breve la Mignonette affonda.
Le quattro persone a bordo non morirono nel mezzo della tempesta ma vagarono alla deriva per diversi giorni.
Soli, disperati, senza cibo, né acqua si trovarono presto di fronte allo stesso dilemma dei protagonisti dell’Arthur Gordon Pym: sacrificare uno di loro affinché gli altri potessero sopravvivere.
Uno di loro, nei momenti più drammatici del naufragio, bevve molta acqua di mare e questo accelerò in lui il malessere causato dalla disidratazione e dalla fame.
Vedendo ormai la morte vicina, si offrì per essere cannibalizzato, sacrificò la sua carne e il suo sangue perché gli altri potessero sperare che i soccorsi li trovassero vivi.
E, fino a qui, potremmo pensare ad una serie di glaciali ma ragionevoli coincidenze, se non fosse che il nome della persona che si è offerta per essere mangiata era Richard Parker.
Un'altra storia da brivido? PROVA a LEGGERE/ASCOLTARE questa!

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