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Le infrazioni dell'ordine delle cose

4/18/2021

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La prima volta che aveva sentito parlare di lei era stato attraverso suo padre.
Era un fisico, dicevano. Lui, come prima cosa, pensò che fosse un insegnante di educazione fisica o un allenatore, che c'entrasse la ginnastica comunque.
Una famiglia nuova arrivava nel suo minuscolo paese, avevano affittato la casa in fondo alla strada, quella con quella bella vista sulla valle, un'altra famiglia di città che veniva a passare l'estate qui.
"Cosa ci troveranno mai!", pensava.
Quando arrivarono il padre era molto diverso da quello che pensava: pochi capelli, un buffo riporto, due occhiali spessi...strano, come allenatore.
La madre neppure se la ricorda ma la bimba sì, eccome se se la ricorda. Senza tanti giri di parole: era la cosa più bella che avesse mai visto, più bella del pallone che rulla in fondo alla rete, più bella della figurina che ti manca, più bella di "Novantesimo minuto"...certamente più bella di tutte le sue compagne di scuola, quelle rompipalle. 
Sentiva per lei un'attrazione che non sapeva spiegare, ma fortissima!
Giocarono insieme tutta l'estate, nel cortile, sotto i panni stesi. Fu, senza confronti, l'estate più bella della sua vita.
Dopo non si videro più, l'estate successiva la famiglia dell'allenatore, che poi era uno scienziato, scelse un'altra destinazione. Ci rimase male, sul principio, poi gli passò.
Ora lui lavora nella forestale, si è fatto un bell'uomo, dalle spalle forti e dallo sguardo dritto, vive una vita tranquilla, lavora all'aria aperta, fa una fatica trasparente, la sera torna a casa e guarda la TV di rado, qualche volta legge, qualche volta ascolta una trasmissione radiofonica, qualche volta esce e si beve un bicchiere, guadagna uno stipendio onesto, qualche volta gli basta, a volte vorrebbe di più, a volte non ci pensa proprio.
Una sera, ascoltando la radio, gli salta in testa l'idea bislacca di telefonare per partecipare ad un concorso, parlano di boschi, è il suo argomento. 
Vince e lo invitano ad una festa della radio.
Non che sia il suo ambiente ma perché non andare, in fondo?
Alla fine, va.
C'è un presentatore, sfilano gli speakers, lo chiamano sul palco, gli danno un piccolo premio, poi ci sono cantanti famosi, per gli altri, lui ne conosce un paio, sì e no, cantano, le luci sono belle, innaturali, gli piacciono e gli danno fastidio. 
Quando lo spettacolo finisce c'è il buffet ed è lì che pensa che forse avrebbe dovuto rimanere a casa, non conosce nessuno, non sa che dire ed anche sui gesti è insicuro, gli sembrano inadatti o artefatti, a volte gli sembrano i gesti di un altro. Si mette vicino al tavolo dei vini, beve, guarda, pensa che tra poco andrà.
"Posso?"
Stava ostruendo l'accesso, altri vogliono bere. In particolare una cantante, è famosa, la conosce pure lui, l'ha vista sul palco, ora la vede da vicino: la pelle chiara, esile, poco seno, un piccolo tatuaggio al centro della scollatura e la bocca rosa, schiusa, un'espressione ingenua e impertinente...strane cose da tenere insieme. E gli occhi! Enormi. Quelli davvero enormi, verdi e pieni di scintille come se un continuo big bang esplodesse ogni secondo.
Si scostò.
"Che ci fai qui solo?", chiese sicura. Ma non era sicura. Anche se aveva la voce ferma con toni scuri, una voce da donna, non da bambina, una voce che voleva sembrare sicura ma non lo era. 
Coraggiosa ma non sicura. 
"Eh, non conosco nessuno."
Lei si presentò.
"Ora conosci me."
"Sapevo già chi fossi.", disse lui.
"Sei un mio fan?"
"Credo di conoscere solo due tue canzoni...vale lo stesso per essere un fan?"
Lei rise.
"Stavo per andarmene." disse lui.
"Vengo con te, fa un caldo qua dentro..." disse lei.
Prima di uscire, lui si fermò sulla soglia, si girò e le disse: "Mi sono appena accorto che, se proseguiamo, se usciamo insieme da qui e facciamo una passeggiata, per dire, c'è il rischio concreto che mi innamori di te."
"E sarebbe tanto grave?" chiese lei seriamente interessata alla risposta.
"Sì per me lo sarebbe." si fermò, poi riprese: "Vabbè, se mi vuoi stropicciare il cuore te lo lascio fare."
"Abito vicino." disse lei.
Andarono a casa di lei e fecero l'amore, poi lei si addormentò e lui la guardò a lungo, poi osservò la casa, non grande ma raffinata, con tutti i soprammobili giusti, i premi che aveva vinto, era la cosa di una donna di successo, non come la sua che era calda, sì, ma sparpagliata, precaria.
Lì si rompe il primo pezzo di cuore, le regole del mondo non avrebbero permesso altro, già essere entrato in quel letto gli sembrava una svista momentanea, un'infrazione dell'ordine delle cose. 
Si alzò, sulla piccola scrivania c'era una foto incorniciata, due bambini sorridenti che giocavano felici in cortile sotto i panni stesi.
Uscì in strada alle primissime luci del giorno, un tram sferragliava, avrebbe preso un caffè.
Hai voglia di LEGGERE/ASCOLTARE un'altra storia inedita? PROVA QUESTA!
 


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