In una nazione della quale non sappiamo il nome, all’improvviso la gente non muore più. E non perché ci siano medici bravi, maghi o filtri prodigiosi. Semplicemente perché la morte ha smesso di fare il suo mestiere! Per le strade scoppiano i festeggiamenti, si brinda, si canta, si balla, c’è un’euforia dilagante! Però, dopo i primi giorni di irrefrenabile felicità, ci si inizia ad accorgere che c’è qualcosa che non va. Pompe funebri e assicurazioni non lavorano più, le case di riposo si intasano perché la gente continua ad invecchiare ma non muore, ci sono malati che non possono guarire ma, accidenti, ora neanche morire. Anche la Chiesa ha i suoi problemi, se non c’è morte, non c’è resurrezione, senza resurrezione, non c’è salvezza dell’anima...e come si fa? In seguito però si scopre che una soluzione c’è: basta portare il moribondo fuori dalla nazione, e la Morte, appena si passa il confine, riprende a fare il suo sporco lavoro normalmente. Ma a quel punto tutti vogliono sconfinare e lo Stato non lo può permettere, allora le organizzazioni criminali, tramite dei loschi figuri, delle specie di scafisti, traghettatori garantiscono ai parenti di assicurare il loro caro al mondo degli estinti. Tutto questo scompiglio dura 7 mesi fino a quando la Morte torna a farsi viva e ne da annuncio con una lettera. Tutti provano ad analizzarla ma nonostante si intuisca sia una grafia femminile, non c’è verso di risalire all’autore! Ora Lei si comporterà così: recapiterà a casa di coloro che vedono scoccare la loro ora una busta violetta che annuncia che il momento è arrivato. Solo ad un violoncellista questa busta non arriva, tanto che la morte, dopo averla inviata tre volte, è costretta a portarla a mano, prendendo la forma di una donna sui 36, 37 anni. Questa donna, cioè la morte, entra in casa del violoncellista e lo sente suonare e gli piace... decide quindi, di giorni in giorno, di rimandare l’attimo finale, e così lo sciopero ricomincia.
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Dicembre 2022
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