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Le medicine per le anime in pena

4/16/2021

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"Che poi era tutta una bugia...", disse il laureato, tutto rigido e strozzato nella sua cravatta seria.
"Adesso mettersi qua a capire cosa è vero e cosa è falso, sarebbe complicato, assai complicato!", pensò la vecchia. "Il fatto è che di vero-vero, oggettivamente vero...", pensa, "c'è ben poco. Ecco: la fame, la sete, il freddo, il caldo...ma se poi uno si avventura nelle credenze, nei sentimenti, quelle sono vie torte, matasse inestricabili, come fai a trovarci un inizio e una fine?"
"Il ragno non esiste.", ribadì il laureato. Si faceva avanti, non mollava, alzava il tono, arricciava gli angoli della bocca, "E neppure il veleno c'è, neppure quello, tutto un teatro!" 
"Aveva sicuramente ragione.", pensava la vecchia, mentre apriva le ante della cucina, 
"Ma la gente si contorceva davvero, mica era una scenetta quella, c'era il dolore, c'era la stanchezza, la solitudine, la fatica, c'era lo spaesamento e una medicina andava pur trovata per curare quelle povere anime in pena, mica si poteva lasciarle lì senza un filo di luce o un briciolo di speranza?!"
Bisognava forse rispondere così ma lei preferì richiudere le ante e aprire il barattolo, tamburellò sul tappo, faceva un bel suono.
"I suoni!", ricordò, "Può darsi pure che i suoni fossero solo suoni e che il ritmo solo un ritmo e che i nastri di tutti i colori solo un arcobaleno inutile ma quelle sceglievano il ritmo loro e il colore, le sceglievano queste cose! Ed era bello perché c'era la musica e tutta la gente era lì per loro, attorno, avevano bisogno, lo gridavano e la gente andava lì per loro, era come dirgli: "Guardate che ci importa, abbiamo messo su questo "teatro", come lo chiamava lui, aveva detto "teatro", vero?", la vecchia pensò che non aveva più la testa tanto buona per ricordare le parole precise, "Ma sì, le sembrava che avesse detto "teatro", quindi, era come dire, abbiamo messo su questo "teatro" solo per te, cantiamo, balliamo, muoviamo i tamburi e i nastri e stiamo qui finché non ti calmi, finché non guarisci e poi ricominciamo 'sta vita insieme, per balorda che sia."
"Non esiste quella roba lì, non esiste.", mise un punto il laureato, risoluto, definitivo, tagliente.
"ma probabilmente aveva ragione.", pensò la vecchia, "quando uno è così deciso si vede che ha ragione, sennò le cose le dice tentennando, propone, consiglia, azzarda, non è che sentenzia, indica, dichiara. Quando uno è così sicuroo, avrà ragione.", pensa, mentre il cucchiaino si infila dentro il barattolo e riemerge versando la polvere di caffè nella moka.
"Lo vuoi il caffè?" chiede la vecchia e si sorprende della sua voce, non la usava da un bel po' ormai, aveva ascoltato, quello sì, e anche pensato tanto, tanto insomma, un po', il giusto, aveva pensato quello che le veniva da rispondere ma che poi non aveva risposto. E quindi la voce se ne era stata dentro, usciva solo adesso per il caffè.
"Grazie, sì", disse il laureato con un sospiro, si sentiva che non aveva ancora finito di dire. "Posso avere anche un bicchier d'acqua, devo prendere una pastiglia."
"Certo!", disse la vecchia, "stai male?"
"È un antidepressivo, mi tiene un po' su."
La vecchia, mentre aspettava che salisse il caffè, versò l'acqua nel bicchiere, il laureato si raccomodò i capelli all'indietro e buttò giù acqua e pastiglia in un sorso.
"Ora che torni a casa", chiese la vecchia, "sei contento che rivedi la fidanzata? Gli amici?"
"Non sono fidanzato.", disse il laureato con un sorriso bonario, come a dire che una donna non gli serviva, scherzando ovviamente, almeno un po'.
"Si riprende subito a lavorare, gli amici magari li vedo il weekend."
"Il weekend era il sabato e la domenica", fece mente locale la vecchia, lo aveva già sentito, era una parola americana.
Pensò che ogni epoca c'aveva le sue medicine, bisogna pur inventarsi qualcosa per le anime in pena, pensava che magari il sabato e la domenica gli amici lo avrebbero aiutato a stare un po' su, anche se, se ne aveva bisogno, forse non bisognava aspettare il weekend. Ecco! Ora pensava anche con le parole americane!
Versò il caffè. "Meglio.", pensò.
Se lo bevvero in silenzio. Poi lui andò e lei restò.
Ci sono altre storie antiche che forse ti piacerebbe LEGGERE/ASCOLTARE. Prova QUESTA!

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