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Lo strano caso di Sherlock Holmes e Sir Arthur Conan Doyle

3/22/2021

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Oggi ti racconto la storia di due personaggi, uno vero e uno finto. Sta a te decidere chi dei due appartiene alla realtà e chi invece se ne sta nel mondo dei fantasmi. Uno è Sir Arthur Conan Doyle, è uno scozzese, un medico, un medico piuttosto bravo a dir la verità e anche uno scrittore piuttosto bravo, in particolar modo di gialli. Uno dei personaggi che esce dalla sua penna è il secondo personaggio della nostra storia e si chiama Sherlock Holmes. Si dice che, nel corso dei suoi studi di medicina, Sir Arthur Conan Doyle abbia conosciuto un medico, il dr. Bell, dal quale avrebbe tratto il personaggio del suo detective ed in particolare il metodo deduttivo che ha affascinato generazioni e generazioni di lettori. Invece per sé riserva il dr. Watson, pare infatti che a partire dalla sua personalità abbia disegnato il dr. Watson. È un gran bel personaggio ma rimane sempre un po’ in disparte, ed esattamente come lui aveva scritto accade nella realtà. Sherlock Holmes diventa famosissimo: è amato, adorato, stimato, persino imitato, da centinaia di migliaia di lettori. Diventa più famoso, diventa più amato, insomma diventa più vivo del suo stesso creatore, tanto che, ad un certo punto, Sir Arthur Conan Doyle non ce la fa più, non lo sopporta più. Gli si è infilato così tanto nel cervello che ogni cosa che vede, che sente, che tocca, gli ricorda qualcosa che avrebbe visto, sentito, toccato Scherlock Holmes, ogni persona che incontra gli chiede notizie di Sherlock Holmes come se fosse vero, come se fosse vivo, come se fosse un amico, un parente, come se vivesse da qualche parte nel mondo. Così decide di scrivere un libro in più che si intitola “L’ultima avventura”. In questo libro Conad Doyle fa trasparire tutta l’insofferenza, l’odio che erano montati dentro di lui nei confronti del suo personaggio e lo scaglia in fondo ad un burrone per farlo morire definitivamente, una volta per tutte, ne fa perdere le tracce, il corpo non si trova, non ne vuole più sentir parlare. Ma i suoi lettori no, non ci stanno, lo sommergono di lettere, quintali di lettere, per chiedergli di far tornare in vita Sherlock Holmes. Addirittura in alcune città si organizzano delle fiaccolate come se Sherlock Holmes fosse scomparso o fosse stato rapito, insomma, ancora una volta, come se fosse vivo. Alla fine Conan Doyle è costretto a farlo tornare in vita perdendo la sua speciale partita con il suo personaggio. Come nelle migliori storie di spiritismo che lui amava tanto, soprattutto nella seconda parte della sua vita, ciò che non esiste, è diventato più vivo del suo stesso creatore che cammina in carne ed ossa per le nostre stesse strade. Se passate da Londra, proprio accanto a Regent’s Park c’è una via che si chiama Baker street, e al civivo 221, che è un numero civico che non esiste, esiste però la casa museo di un uomo che non è mai nato ma non è mai morto.
Un bambino scopre il cane della vicina infilzato da un forcone e, come il suo idolo Sherlock Holmes, si mette ad indagare. LEGGI E ASCOLTA QUESTA STORIA QUI!

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