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Premiata ditta Civette&Figli

4/18/2021

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La sua famiglia aveva un negozio al centro della piazza da tempo immemorabile.
Avevano sempre venduto di tutto, quella che la moda proponeva, loro facevano in modo di averlo, lo impacchettavano con quella carta leggera che aveva il colore del cielo velato di nuvole, ci mettevano un nastrino sgargiante chiuso con la ceralacca e il timbro di famiglia: "Civette&Figli" - vendiamo tutto dal mille...e poi facevano una svisa con il timbro perché appunto il tempo era immemorabile.
Però era tanto, tantissimo.
Il nonno del nonno del bisnonno vendeva i filtri d'amore e gli unguenti per le artriti nel medioevo, per dire, la nonna della bisnonna della cugina della figlia della trisavola vendeva i capelli per fare le parrucche in Germani e in Francia, tanto per capirci, lo zio del cognato del fratello dell'antenato Gino si diceva addirittura avesse venduto a Giuda la sacchetta per conservare i 30 denari.
La famiglia Civette era fatta dai migliori commercianti mai apparsi sulla faccia della terra, vendevano di tutto e lo facevano da sempre, adattarsi ai tempi era il loro marchio di fabbrica.
Certo, l'avvento di internet li aveva preoccupati, inutile negarlo! Mercato globale, mondo globale, giganti pronti ad una concorrenza spietata, manodopera nei paesi del terzo mondo a prezzi stracciati, bisognava capire come stare al passo.
Guglielmo Civette, ultimo erede della famiglia era però determinato, non sarebbe stato ricordato come colui che chiudeva la serranda di una bottega secolare, se non millenaria, non sarebbe per questo, nossignore!
Ma qual era l'articolo che corrispondeva alla più elementare delle regole di mercato? Qual era la nuova merce? Quella che non c'era prima e ora c'è? Il nuovo trend, si dice così, no? Qual era il nuovo trend?
Aprii Facebook, per farsi venire l'idea giusta, i Civette erano segugi, odoravano l'aria, la risposta era lì, in mezzo alla gente, reale o virtuale che fosse, bastava drizzare le antenne e il nuovo business si sarebbe rivelato, ne era sicuro!
Come prima cosa, scorse il profilo di una influencer quasi nuda che celebrava prodotti di bellezza, trucchi, tisane e raccontava di quanto amasse i suoi gatti. Lesse i commenti, nessuno sui prodotti, tutti su di lei, alcuni sulle tette, altri sulla sensibilità, altri ancora sui gatti e poi la solita sfilza di insulti ingiustificati di gente frustrata..."Ottimi compratori, comunque, i migliori!", annotò mentalmente Guglielmo Civette. C'era poi un motivatore disperatamente felice: parlava di quanto fosse salutare mangiare sano, recitare dei mantra, di quanto l'universo faccia tutto quello che vuoi a patto ovviamente di sorridere immotivatamente per tutto il tempo, tipo paresi, comunque c'era tutto sul suo libro, in vendita a soli 9 Euro e 99. Nei commenti, in molti sembravano aver comprato il libro ma nessuno sembrava averlo letto, commentavano gli abiti, la voce, la location, postavano aforismi fuori contesto, insultavano ovviamente.
Vide poi anche il profilo di un cuoco, di un interior designer, di un poeta, di un filosofo, di un prete, di un cane, di un adolescente problematico, di uno che faceva sculture con le caccole.
In testa aveva un sacco di confusione.
Tra tutte queste cose messe in vendita, quale prodotto è il prodotto più vincente? Se ne andò a dormire inquieto ma era stanchissimo e alla fine cadde in un sonno profondo popolato da incubi scuri che, tuttavia, sparirono nelle prime ore della mattina.
Quando aprì gli occhi aveva capito, come spesso succede, non aveva la risposta perché la domanda era sbagliata. Non doveva domandarsi cosa la gente stava vendendo, la domanda giusta era: "Cosa la gente stava davvero comprando?"
Nel giro di una settimana la nuova vetrina era pronta, enormi fogli di carta color cielo velato di nuvole erano impilati, metri e metri di nastro sgargiante erano disposti per essere arricciati, la cera lacca era sistemata accanto al fornelletto per sigillare ogni vendita.
La gente entrava a frotte, la gente comprava gente o si metteva in vendita, le due cose erano ormai quasi indistinguibili. 
"Non mi era mai capitato che il cliente e la merce fossero la stessa cosa!", pensò sorridente Guglielmo Civette, felice di aver salvato la antichissima attività di famiglia, "Faremo affari d'oro!", pensava, incartando un blogger.
"Signora! Vuole anche il depliant con la storia della nostra famiglia? Lo prenda, è scontato!"
Ti va di LEGGERE/ASCOLTARE un'altra storia inedita? CLICCA QUI!

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