SIMONEREPETTO.COM
  • Home
  • Chi sono
  • Blog
  • PODCAST
  • EVENTI
  • Collab
  • Contact

Salvador Dalì è davvero esistito?

10/20/2021

0 Comments

 
Foto

La differenza fra come ti vedi riflesso in una vetrina e come pensi di camminare, la differenza fra la voce che senti e quella che pensi di avere, la differenza fra come gli amici ti descrivono e come pensi di essere tu.
Quello che sentiamo di essere, quasi mai, corrisponde a quello che davvero siamo. La vita che sembrerebbe adatta per noi, spesso non è quella che viviamo e anche quando siamo più o meno soddisfatti c’è sempre qualcosa che manca, che ci sfugge, che sfuma. 
Sbattiamo sempre contro limiti, barriere, pregiudizi che limitano la manifestazione di noi.
Ma è esistito un uomo che la sua vita se l’è costruita esattamente come voleva. 
Ma c’era un trucco però, la vita non era la sua, era quella di un altro, per questo è riuscito a giocarci, a piegare la realtà e il tempo, come fossero orologi molli, alla sua volontà, a rovesciare i suoi sogni dentro le giornate sue e degli altri, ad abbattere la barriera fra quello che si può e quello che non si può.
Il trucco va in scena nei primi anni del ‘900. Il nostro protagonista muore a due anni. Eh già. E poi rinasce, 9 mesi dopo. Ora può prendere la vita di quell’altro bambino e, visto che non è la sua, viverla, maneggiarla, giocarci, con tutta la disinvoltura di chi in realtà non c’è.
Un bambino, di nome Salvador Dalì, nasce nel 1901 e muore nel 1903, i suoi genitori, forse per alleviare il dolore, concepiscono un altro bambino che nasce a maggio del 1904 e lo chiamano ancora Salvador Dalì. 

Oggi si direbbe che Dalì costruisce il suo personal branding ed in parte è così, i soldi non gli hanno mai fatto schifo, addirittura firmò opere di emeriti sconosciuti come proprie per poterne far crescere il prezzo e guadagnare di più.
Ha lavorato anche per aziende, l’oggetto inutile per Alberto Alessi, le bottiglie rosso antico, la margherita gialla per il chupa chups, è vero che i suoi baffi, fotografati da Philippe Halsman, sono una specie di marchio e i suoi abiti eccentrici divise, le sue provocazioni trovate pubblicitarie ma c’è di più.
C’è un personaggio che è sempre in scena, non è mai un uomo, è sempre un personaggio, un artista, un truffatore, che poi forse sono la stessa cosa. 
I suoi occhi, i suoi atteggiamenti, le sue performance sono un continuo gioco di chi ha avuto il coraggio di fare della sua vita un gioco fino alle estreme conseguenze. 
Come quando si presenta a Londra ad una conferenza con due levrieri russi al guinzaglio e uno scafandro da palombaro sul capo, rischiando di soffocare.
Ci vuole coraggio a fare sempre teatro senza mai, mai, mai, far scorgere a chi ti guarda che uomo c’è dietro quello sguardo allucinato, fino a domandarsi: ma l’uomo c’è? La vita che sta vivendo esiste? O è tutto un sogno? 
La vida es sueño, d’altronde, diceva Garcia Lorca, suo grande amico. 
L’unica differenza fra me e un pazzo, dichiara, è che io non sono pazzo.
Dalì che costruisce il suo proprio museo mentre è in vita, Dalì espulso dalla scuola d’arte perché ritiene che nessun professore sia all’altezza di giudicarlo, Dalì che, in seguito ad un malore, mentre è in clinica, se la prende con la natura, con Dio, perché si sono messi in mezzo alla sua creazione, alla sua trama, alla narrazione. 
Perché i geni non devono morire, i geni non muoiono.
Lui non aveva immaginato di stare male, non era nella sua sceneggiatura, quindi è un’insolenza della natura.
Dalì che, quando gli chiedono cos’è il surrealismo, lui risponde: “El surrealismo soy yo”.
E forse questa è la cosa più sincera di tutte. Il surrealismo è lui perché per lui la vita è una tela dove la realtà non ha nessun peso. Nulla è reale. Esiste e vive solo quello che lui inventa, solo quello che lui vede, solo quello che lui mostra.
D’altro canto, come più di una persona disse conoscendolo, era una delle persone più egocentriche mai viste.

Sicuramente non era una persona facilissima ma che coraggio, che arte, quella di abitare i propri sogni così forte da farli vivere in mezzo alla realtà visibile, quella di tutti, che maestria nel creare da zero la sua opera d’arte meglio riuscita. 
La vita stessa di Salvador Dalì.
E quando se ne va, in modo teatrale ovviamente, per un attacco di cuore mentre ascolta  Tristano e Isotta di Wagner chissà se per un attimo ha pensato: “Li ho presi tutti per il culo” oppure “Chissà se mi hanno capito”.
Ma non credo perché “non è necessario che il pubblico sappia se sto scherzando o se sono serio, né è necessario che io lo sappia”.
Vuoi LEGGERE/ASCOLTARE la storia di un altro grande artista? CLICCA QUI!

0 Comments



Leave a Reply.

    Archivio

    November 2022
    October 2022
    September 2022
    August 2022
    July 2022
    June 2022
    May 2022
    March 2022
    February 2022
    January 2022
    December 2021
    November 2021
    October 2021
    September 2021
    August 2021
    July 2021
    June 2021
    May 2021
    April 2021
    March 2021
    February 2021
    January 2021

    Categorie

    All
    L'arca Di Bidè
    L'arca Di Bidè
    Storie Notturne Per Persone Libere

    RSS Feed

Powered by Create your own unique website with customizable templates.
  • Home
  • Chi sono
  • Blog
  • PODCAST
  • EVENTI
  • Collab
  • Contact