Alla stazione di Zaporizhzhia c’è una signora con i capelli rossi, il viso sofferto, un po’ slavato, gli occhi chiari e gli zigomi alti, tipici delle donne dell’est. Abbraccia un bambino e poi gli scrive qualcosa sulla mano, da lontano non si vede cosa, non si vede quasi niente a dire la verità, è pieno di gente che si ammassa, urla, strepita, piange, scappa.
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December 2022
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